CORRA Bruno
[Bruno Ginanni Corradini] (Ravenna 1892 - Varese 1976)
SETTIMELLI Emilio
(Firenze 1891 - Lipari 1954)
Pesi, misure e prezzi del genio artistico. Manifesto futurista
Luogo: Milano
Editore: Direzione del Movimento Futurista
Stampatore: Stab.Tip. Taveggia - Milano Via Ospedale 3
Anno: 11 marzo 1914
Legatura: volantino
Dimensioni: 29,2x23,2 cm.
Pagine: pp. 4 n.n.
Descrizione: manifesto sottoscritto da Corra col nome di "Bruno Corradini". Manifesto pubblicato in volantino nella sola versione italiana. Prima edizione.
Bibliografia: Paolo Tonini, «I manifesti del Futurismo italiano», Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011: pag. 53 n. 77.1
Prezzo: € 350ORDINA / ORDER
"Il bello non ha niente a che fare con l'arte. Discutere su un quadro o su un poema, fondandosi sull'emozione che se ne riceve, è come studiare astronomia, scegliendo come punto di partenza la forma del proprio ombelico..." (...).
"...Perché è tempo che anche della pazzia (sconvolgimento di rapporti logici) si faccia un'arte cosciente ed evoluta. Un individuo che riesca a costruire nel proprio cervello una pazzia complicata, assume valore. Un buon pazzo può valere migliaia di franchi" (...).
"Conclusioni futuriste: 1.- L'arte è una secrezione cerebrale esattamente misurabile; 2.- Bisogna pesare il pensiero e venderlo come una merce qualunque; (...); 5.- Il produttore di forza creatrice artistica deve entrare a far parte dell'organismo commerciale che è il muscolo di tutta la vita moderna. Il denaro è uno dei punti più formidabilmente e brutalmente solidi della realtà in mezzo alla quale viviamo; basterà riferirsi ad esso per eliminare ogni possibilità di errori o di ingiustizie impunite. Inoltre una buona iniezione di siero affaristico introdurrà direttamente nel sangue del creatore intellettuale una coscienza esatta dei suoi diritti e delle sue responsabilità; 6.- Bisogna abolire, oltre alle parole «critica» e «critici», i termini: anima, spirito, artista e ogni altro vocabolo che sia come questi irrimediabilmente infetto di snobismo passatista (...)".
"...Perché è tempo che anche della pazzia (sconvolgimento di rapporti logici) si faccia un'arte cosciente ed evoluta. Un individuo che riesca a costruire nel proprio cervello una pazzia complicata, assume valore. Un buon pazzo può valere migliaia di franchi" (...).
"Conclusioni futuriste: 1.- L'arte è una secrezione cerebrale esattamente misurabile; 2.- Bisogna pesare il pensiero e venderlo come una merce qualunque; (...); 5.- Il produttore di forza creatrice artistica deve entrare a far parte dell'organismo commerciale che è il muscolo di tutta la vita moderna. Il denaro è uno dei punti più formidabilmente e brutalmente solidi della realtà in mezzo alla quale viviamo; basterà riferirsi ad esso per eliminare ogni possibilità di errori o di ingiustizie impunite. Inoltre una buona iniezione di siero affaristico introdurrà direttamente nel sangue del creatore intellettuale una coscienza esatta dei suoi diritti e delle sue responsabilità; 6.- Bisogna abolire, oltre alle parole «critica» e «critici», i termini: anima, spirito, artista e ogni altro vocabolo che sia come questi irrimediabilmente infetto di snobismo passatista (...)".