MICCINI Eugenio
(Firenze 1925 - Firenze 2007)
Piano regolatore insurrezionale della città di Firenze - Una città in rivolta
Luogo: Ravenna
Editore: Sampietro Editore - Sampietro Arte Moderna
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: s.d. [gennaio 1972]
Legatura: litografia
Dimensioni: 44x60 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: stampa in bianco, nero e rosso. L'immagine corrisponde alla tavola n. 17 della serie pubblicata sotto il titolo «Piano regolatore insurrezionale della città di Firenze» (Bologna, Sampietro, 1972). Esemplare con timbro originale dell'editore in rosso al verso. Tiratura di 300 esemplari numerati e firmati dall'artista. Edizione originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 350ORDINA / ORDER
La scritta che campeggia "Saremo stati poeti" è la frase finale del testo di Miccini per il «Piano regolatore insurrezionale della città di Firenze».
"Alle ore «x» previste dal Piano Regolatore Insurrezionale della Città di Firenze tutti i dipendenti da autolinee pubbliche (Lazzi SITA, CAP, ecc.) e tutti i dipendenti dell'ATAF, i vigili del fuoco (poliziotti, militari di tutte le armi, sabotate le macchine belliche!), dipendenti dai comuni e dagli enti locali, ferrovieri, garagisti, taxisti, trasportatori privati, motociclisti, automobilisti privati, tutti coloro che possiedono una macchina, macchine di ogni specie che possono essere trasportate in strada (carreggiata e marciapiedi), occupino tutti gli spazi pubblici, ammassino i treni sui binari... la circolazione deve essere impedita ovunque. Lungo il perimetro della città che viene segnato dal piano «X» saranno issate barricate con ogni sorta di ingombro. Saranno lasciate libere solamente le strade previste dal piano per lo scorrimento delle staffette popolari e delle autoambulanze. La popolazione inerme occuperà, la notte precedente l'insurrezione, i luoghi più antichi della città: monumenti storici, musei, biblioteche, cjhiese, palazzi, conventi, luoghi d'arte e li difenderà con la sua sola presenza. Gli uomini scenderanno in piazza e si metteranno a disposizione dei capi del Popolo, ognuno nel proprio "quarto". Gli inermi validi si occuperanno dell'assistenza e dei rifornimenti. Dai tetti delle case, dai luoghi sopraelevati, dalle torri, dai campanili e dalle alture, milioni di embrici e tegole cadranno sopra i nemici del popolo, e bottiglie incendiarie. In quel giorno, in quelle ore non saranno diffusi appelli di sorta. Ogni messaggio, ogni avvertimento, ogni regola è bandita. La parola delle guide del popolo giungerà con mezzi opportuni e riconoscibili a vista. Ogni casa dovrà possedere riserve di viveri e medicinali per un mese. Le farmacie, gli ospedali, gli spacci di viveri e ogni altro luogo e fonte di beni necessari sarà presidiato dal Popolo. E' indispensabile la simultaneità. L'ora della rivoluzione è un'ora precisa e non ammette ritardi: siamo già in ritardo di cinquemila anni e la storia [traccia bianca di cancellatura]. Nessuna paura, nulla è da temere se il popolo è compatto: tutto il resto diventa ridicolo, meschino e perfino impotente. Scriveremo la Storia di nostro pugno saremo finalmente protagonisti, sarà venuto per nostra volontà e decisione e sacrificio il regno dell'uomo libero sulla terra, sarà la vittoria e non saremo stati inutili, né violenti. Saremo stati poeti" (Eugenio Miccini,«Piano regolatore della città di Firenze», Bologna, Riccardo Sampietro, 1972; tavola n. 2).
"Alle ore «x» previste dal Piano Regolatore Insurrezionale della Città di Firenze tutti i dipendenti da autolinee pubbliche (Lazzi SITA, CAP, ecc.) e tutti i dipendenti dell'ATAF, i vigili del fuoco (poliziotti, militari di tutte le armi, sabotate le macchine belliche!), dipendenti dai comuni e dagli enti locali, ferrovieri, garagisti, taxisti, trasportatori privati, motociclisti, automobilisti privati, tutti coloro che possiedono una macchina, macchine di ogni specie che possono essere trasportate in strada (carreggiata e marciapiedi), occupino tutti gli spazi pubblici, ammassino i treni sui binari... la circolazione deve essere impedita ovunque. Lungo il perimetro della città che viene segnato dal piano «X» saranno issate barricate con ogni sorta di ingombro. Saranno lasciate libere solamente le strade previste dal piano per lo scorrimento delle staffette popolari e delle autoambulanze. La popolazione inerme occuperà, la notte precedente l'insurrezione, i luoghi più antichi della città: monumenti storici, musei, biblioteche, cjhiese, palazzi, conventi, luoghi d'arte e li difenderà con la sua sola presenza. Gli uomini scenderanno in piazza e si metteranno a disposizione dei capi del Popolo, ognuno nel proprio "quarto". Gli inermi validi si occuperanno dell'assistenza e dei rifornimenti. Dai tetti delle case, dai luoghi sopraelevati, dalle torri, dai campanili e dalle alture, milioni di embrici e tegole cadranno sopra i nemici del popolo, e bottiglie incendiarie. In quel giorno, in quelle ore non saranno diffusi appelli di sorta. Ogni messaggio, ogni avvertimento, ogni regola è bandita. La parola delle guide del popolo giungerà con mezzi opportuni e riconoscibili a vista. Ogni casa dovrà possedere riserve di viveri e medicinali per un mese. Le farmacie, gli ospedali, gli spacci di viveri e ogni altro luogo e fonte di beni necessari sarà presidiato dal Popolo. E' indispensabile la simultaneità. L'ora della rivoluzione è un'ora precisa e non ammette ritardi: siamo già in ritardo di cinquemila anni e la storia [traccia bianca di cancellatura]. Nessuna paura, nulla è da temere se il popolo è compatto: tutto il resto diventa ridicolo, meschino e perfino impotente. Scriveremo la Storia di nostro pugno saremo finalmente protagonisti, sarà venuto per nostra volontà e decisione e sacrificio il regno dell'uomo libero sulla terra, sarà la vittoria e non saremo stati inutili, né violenti. Saremo stati poeti" (Eugenio Miccini,«Piano regolatore della città di Firenze», Bologna, Riccardo Sampietro, 1972; tavola n. 2).