MARCUSE Herbert
(Berlino 1898 - Berlino 1979)
Saggio sulla liberazione [An Essay on Liberation]
Luogo: Torino
Editore: Einaudi, "Nuovo Politecnico - 30"
Stampatore: Industrie Grafiche C. Zeppegno
Anno: 1969 (7 giugno)
Legatura: brossura
Dimensioni: 18,1x10,6 cm.
Pagine: pp. 107 (5)
Descrizione: copertina con titoli in nero e quadrato rosso su fondo bianco. Traduzione di Luca Lamberti. Prima edizione italiana.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 20ORDINA / ORDER
Opera pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti pochi mesi prima dell'edizione italiana.
"Sviluppando le tesi contenute nei celebri «Eros e Civiltà» e «L'uomo a una dimensione», Herbert Marcuse approfondisce in questo saggio le nuove possibilità di liberazione dell'uomo. Per Marcuse, è giunto il momento di rilanciare in tutta la sua forza eversiva e creatrice il concetto di utopia, che esprime qualcosa il cui prodursi non è impossibile nell'universo storico, ma soltanto impedito dagli interessi delle società stabilite. Si tratta di sottrarre l'uomo all'apparato che, soddisfacendone i bisogni, ne perpetua la servitù: la libertà diverrebbe allora l'ambiente naturale di un organismo non più capace di adattarsi alle prestazioni competitive richieste dal benessere, né di tollerare l'aggressività, la bruttezza del modo di vita imposto dall'establishment. E' possibile una simile ristrutturazione dell'uomo? Marcuse motiva in queste pagine la sua risposta affermativa, e vede nel maggio francese il primo consistente rifiuto della società attuale: la nuova sensibilità attestata dalle rivolte giovanili in tutto il mondo è divenuta un fatto politico, che consente di approfondire il discorso sulla costruzione e sullo sviluppo di una società nata dalla rottura storica col passato e col presente" (dal retro di copertina).
"Sviluppando le tesi contenute nei celebri «Eros e Civiltà» e «L'uomo a una dimensione», Herbert Marcuse approfondisce in questo saggio le nuove possibilità di liberazione dell'uomo. Per Marcuse, è giunto il momento di rilanciare in tutta la sua forza eversiva e creatrice il concetto di utopia, che esprime qualcosa il cui prodursi non è impossibile nell'universo storico, ma soltanto impedito dagli interessi delle società stabilite. Si tratta di sottrarre l'uomo all'apparato che, soddisfacendone i bisogni, ne perpetua la servitù: la libertà diverrebbe allora l'ambiente naturale di un organismo non più capace di adattarsi alle prestazioni competitive richieste dal benessere, né di tollerare l'aggressività, la bruttezza del modo di vita imposto dall'establishment. E' possibile una simile ristrutturazione dell'uomo? Marcuse motiva in queste pagine la sua risposta affermativa, e vede nel maggio francese il primo consistente rifiuto della società attuale: la nuova sensibilità attestata dalle rivolte giovanili in tutto il mondo è divenuta un fatto politico, che consente di approfondire il discorso sulla costruzione e sullo sviluppo di una società nata dalla rottura storica col passato e col presente" (dal retro di copertina).