MARINETTI Filippo Tommaso
[Filippo Achille Emilio Marinetti] (Alessandria d'Egitto 1876 - Bellagio 1944)
Tuons le clair de lune!, in: POESIA Anno V n. 7-8-9 [terza edizione]
Luogo: Milano
Editore: N. D.
Stampatore: Società Anonima Poligrafia Italiana - Milano
Anno: 1909 (agosto/settembre/ottobre)
Legatura: brossura
Dimensioni: 28x30 cm.
Pagine: pp. 92 (1/9)
Descrizione: terzo manifesto futurista, edito per la prima volta nel luglio 1909 in versione italiana e francese col titolo: «La rassegna internazionale Poesia pubblica questo proclama di guerra, come risposta agl'insulti di cui la vecchia Europa ha gratificato il Futurismo trionfante». La seconda edizione, col titolo «Proclama futurista», esce nell'agosto 1909 come prefazione al libro di Paolo Buzzi «Aeroplani». Questa di POESIA è quindi la terza edizione in ordine di tempo ma prima con il titolo definitivo («Uccidiamo il chiaro di luna»).
Bibliografia: Paolo Tonini, «I manifesti del Futurismo italiano», Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011: pag. 11, n. 3.4
Prezzo: € 600ORDINA / ORDER
Copertina illustrata con un disegno in verde, titoli in rosso, di Alberto Martini; 1 grande tavola doppia f.t. a colori di Giovanni Manca: «Le Futurisme dans la caricature italienne - Après une grande asemblée futuriste - paru dans le journal Pasquino de Turin»; ritratti di G. Lipparini, Alexandre Mercereau, Berardo Sbraccia di Ugo Valeri. All'interno altri testi di L. Altomare, Valère Bernard, Valère Brussov, P. Buzzi, E. Cavacchioli, E. Cardile, C. Govoni, Giuseppe Lipparini («Le poesie lussuriose»), G.P. Lucini, A. Mercereau, A. Palazzeschi, M. Puccini, Berardo Sbraccia e molti altri poeti italiani e stranieri. Un articolo redazionale «D'Annunzio futuriste et le mépris de la femme», una raccolta di giudizi di vari autori su «Le ranocchie turchine» di Enrico Cavacchioli.

"Vogliamo che i nostri figliuoli seguano allegramente il loro capriccio, avversino brutalmente i vecchi e sbeffeggino tutto ciò che è consacrato dal tempo! (...) E' perciò che noi oggi insegniamo l'eroismo metodico e quotidiano, il gusto della disperazione, per la quale il cuore dà tutto il suo rendimento, l'abitudine all'entusiasmo, l'abbandono alla vertigine... Bisogna che gli uomini elettrizzino ogni giorno i loro nervi ad un orgoglio temerario! Bisogna che gli uomini giuochino d'un tratto la loro vita... bisogna che l'anima lanci il corpo in fiamme, come un brulotto, contro il nemico, l'eterno nemico che si dovrebbe inventare se non esistesse!" (F.T. Marinetti).