PIGNOTTI Lamberto
(Firenze 1926)
Una possibile maniera di sloggiare la poesia dai "parchi nazionali" in cui l'hanno confinata varie esperienze del Novecento... [Poesia della poesia]
Luogo: s.l.
Editore: edizione a cura dell'autore
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1965 [gennaio]
Legatura: poster impresso al solo recto
Dimensioni: 50x35 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: testo stampato in nero su fondo bianco. Presentazione della cartella «Poesia della poesia», Bologna, Sampietro, 1965. Edizione originale a sé stante.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 150ORDINA / ORDER
"Una possibile maniera di sloggiare la poesia dai “parchi nazionali” in cui l’hanno confinata varie esperienze del novecento è certamente quella violenta di imporla all’attenzione anche dei più disattenti per tentare di svegliarne gradatamente i sensi anestetizzati. Poesia dunque da affiggere ai muri, da diffondere con altoparlanti, da stampare sulle scatole dei fiammiferi, e così via. C’è però un’altra via da battere, anche se immediatamente essa si apre in direzione opposta, ed è quella che emblematicamente chiamerei del “codice miniato”. [...] Da un lato dunque poesia gratis e dovunque, dall’altro poesia come rarità per bibliofili particolarmente costosa e gradevole anche all’occhio. Di “codice miniato” si può parlare in termini aggiornati ma non a sproposito della presente antologia poetica illustrata da Robero Malquori, la cui tiratura è tra le più basse mai registrate; 11 copie. E si tratta di 11 copie originali, cioè tutte illustrate in maniera diversa da Malquori che per l’occasione ha dovuto elaborare 121 cartelle - sulle quali precedentemente aveva fatto stampare, in punti diversi, il nome e i versi dei poeti - escludendo per la parte pittorica qualsiasi procedimento meccanico di riproduzione. Per inciso la tecnica di Malquori si basa sull’assorbimento dell’inchiostro tipografico in uso presso quotidiani e rotocalchi: da ciò le immagini e le scritte a rovescio che costituiscono qui una specie di dato stilistico. [...] Per quanto concerne il minimo demonitore comune che pur sempre si domanda a una antologia dirò, poiché ne sono il “colpevole” che essa non si propone neanche lontanamente di presentare i versi più “belli” di un poeta, ma quelli in cui in vario modo egli accenna direttamente o indirettamente all’operazione poetica o al suo vasto retroterra. Di qui il titolo di questa antologia in miniatura: «Poesia della poesia»".