VIOLA
Viola - Numero 3 in attesa di autorizzazione
Luogo: Milano
Editore: Supplemento a Re Nudo
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1977 (maggio)
Legatura: N. D.
Dimensioni: 2 fogli pieghevoli 18x26 cm. che completamente svolti misurano 50x35 cm.
Pagine: pp. 8 n.n.
Descrizione: stampa in giallo, bleu, verde e marron. Vari disegni, foto, fotomontaggi e vignette n.t. fra cui una striscia di Wolinski («Viola - Viola») e due storie di Reiser («Le orecchie rosse» e «Lo stuzzicadenti»).
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 200ORDINA / ORDER
Sottotitolo della testata: "Supplemento a Viola n. 2 tuttora in attesa di autorizzazione - Giornale dei circoli del proletariato giovanile di Milano squagliati nell'area della marginalità dis/organizzata".
Fra i vari testi, tutti anonimi: «Che cos'è la guerra civile? Un massacro truculento fra genitori e figli!!»; «In ogni famiglia cova un... nappista!»; «Il movimento si distrugge a shckjafffoni».
"Il movimento cresce; s'infiltra ovunque; disgrega; deride; distrugge ogni immagine del potere ovunque si presenti. Loro non riescono più a de/finirci, ci danno per dis/persi; ma non capiscono che noi siamo il cancro che erode la città!".
"Ogni nostro gesto, parola, respiro, diventa «diverso»: diventa totale estraneità al sistema. Fino al punto che è impossibile comunicare. Si fa sempre più inaccettabile, per ognuno di noi, prestare la vita al sistema, farsi inghiottire dalla realtà del lavoro salariato... La novità che [i politici] non potranno mai capire è che non siamo disoccupati, ma inoccupabili per i padroni, per lo sfruttamento in fabbrica, o per i progetti tanto ambiziosi quanto utopistici di ricostruzione dell'economia nazionale sulla nostra pelle... Ogni nostro respiro o gesto è ormai illegale, anormale, assurdo, agli occhi di uno stato di cose che superiamo nella pratica e non nelle parole. Intanto loro vogliono chiudere i covi. Hanno perso il treno; ognuno di noi è un covo. Nel momento in cui dovremmo vergognarci di essere gays, haschiscini, sovversivi, giovani fannulloni, noi affermiamo con orgoglio... di essere S/MARGINALI, fuori dai margini di questo sistema e pronti a superarli quando vogliamo, ad uscire ed entrare a nostro piacimento... gridiamo VOGLIAMO TUTTO sicuri di affermare il diritto di essere padroni della nostra vita... «si tratta di contrapporre alla seduzione paranoica del terrore e dello scontro frontale la seduzione propositiva della trasformazione, del fatto che tutto è possibile o che è possibile trasformare tutto. Ancora una volta opporre al fascino del potere la simpatia della liberazione»" (pag. 1).
Fra i vari testi, tutti anonimi: «Che cos'è la guerra civile? Un massacro truculento fra genitori e figli!!»; «In ogni famiglia cova un... nappista!»; «Il movimento si distrugge a shckjafffoni».
"Il movimento cresce; s'infiltra ovunque; disgrega; deride; distrugge ogni immagine del potere ovunque si presenti. Loro non riescono più a de/finirci, ci danno per dis/persi; ma non capiscono che noi siamo il cancro che erode la città!".
"Ogni nostro gesto, parola, respiro, diventa «diverso»: diventa totale estraneità al sistema. Fino al punto che è impossibile comunicare. Si fa sempre più inaccettabile, per ognuno di noi, prestare la vita al sistema, farsi inghiottire dalla realtà del lavoro salariato... La novità che [i politici] non potranno mai capire è che non siamo disoccupati, ma inoccupabili per i padroni, per lo sfruttamento in fabbrica, o per i progetti tanto ambiziosi quanto utopistici di ricostruzione dell'economia nazionale sulla nostra pelle... Ogni nostro respiro o gesto è ormai illegale, anormale, assurdo, agli occhi di uno stato di cose che superiamo nella pratica e non nelle parole. Intanto loro vogliono chiudere i covi. Hanno perso il treno; ognuno di noi è un covo. Nel momento in cui dovremmo vergognarci di essere gays, haschiscini, sovversivi, giovani fannulloni, noi affermiamo con orgoglio... di essere S/MARGINALI, fuori dai margini di questo sistema e pronti a superarli quando vogliamo, ad uscire ed entrare a nostro piacimento... gridiamo VOGLIAMO TUTTO sicuri di affermare il diritto di essere padroni della nostra vita... «si tratta di contrapporre alla seduzione paranoica del terrore e dello scontro frontale la seduzione propositiva della trasformazione, del fatto che tutto è possibile o che è possibile trasformare tutto. Ancora una volta opporre al fascino del potere la simpatia della liberazione»" (pag. 1).