AA.VV.
BONITO OLIVA Achille
(Caggiano 1939)
Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70
Luogo: Firenze
Editore: Centro Di Edizioni
Stampatore: Tipografia STIAV, Firenze
Anno: 1970
Legatura: brossura contenuta in una scatola di cartone nero
Dimensioni: 27x28 cm
Pagine: pp. [292]
Descrizione: scatola originale nera contenente il volume, copertina tipografica riflettente in cartoncino rigido, edizione di lusso del catalogo. Illustrato con 244 immagini in bianco e nero (riproduzioni di opere, ritratti di artisti, disegni lineari e al tratto). Testi in italiano di Achille Bonito Oliva (Vitalità del negativo), Giulio Carlo Argan (Aut aut), Alberto Boatto (Discorso personale indiretto), Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles (Un decennio artistico in Italia), Filiberto Menna e Cesare Vivaldi. Per ogni artista è citata una breve biografia, l'elenco delle esposizioni personali e collettive e il titolo delle opere esposte durante la mostra. Elenco degli artisti: Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Getulio Alviani, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Piero Manzoni, Gino Marotta, Manfredo Massironi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Maurizio Mochetti, Giulio Paolini, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Domenico Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio. Pubblicato in occasione della mostra a cura di Achille Bonito Oliva (Roma, Palazzo delle esposizioni, da novembre 1970 a gennaio 1971)
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 500ORDINA / ORDER
"L'arte nel complesso ha immaginato una serie di oggetti che di per sé non hanno modificato il reale, ma hanno innescato un processo di conoscenza del mondo nell'artista tanto da proporsi come anti-oggetti, che accrescono il panorama spirituale dell'uomo e determinano l'esigenza di una vita in continuità con l'opera ed un'opera in intersecazione con i moti del mondo. L'artista oggi si situa con una giusta ostinazione in una zona di intenzionale demenza, come affermazione tautologica della propria complessità politico-esistenziale. Dove l'ideologia è la possibilità da parte dell'artista di proporsi come struttura liberante e continuamente libera dal mondo, evidenziamento e misura del proprio evidenziamento, rappresentazione ed autorappresentazione. Dunque questo è il momento dove i miti vengono saggiati e l'esercizio della fantasia, partendo dal negativo del linguaggio, quale frantumazione dell'umano e reclusione del biologico, ha conquistato definitivamente una zona di 'nuova metafisica', dove l'astrazione si propone come attitudine fisiologica di percepire il mondo. L'approdo viene dal spazio della "festa", una zona primitiva dove non esiste più orizzontale e verticale, natura e storia, ma paesaggio di segni, dove il segno è la presenza e la presenza è il rituale di una comunità concentrata che vuole essere percepita dall'interno, per fondare una nuova maniera di esistere, come campo della rimozione de falso mondo." - Achille Bonito Oliva, estratto da "Vitalità del negativo"