Il porto dell’amore. Poesia e rivolta di Fiume dannunziana

Il porto dell’amore. Poesia e rivolta di Fiume dannunziana

Il “porto dell’amore” è Fiume tra il 12 settembre del 1919 e il Natale di sangue del 1920. Così Giovanni Comisso titola la cronaca lirica della propria esperienza: “Tu devi sapere che sei giunto in una città pericolosa per i tuoi giovani anni. Qui si fa senza alcun ritegno tutto ciò che si vuole. Le forme di vita più basse e più elevate qui s’alternano non altrimenti che la luce e le tenebre...”. Quando il 12 settembre 1919 Gabriele D’Annunzio entra a Fiume senza il minimo incidente, mentre gli alleati se ne vanno col rispettoso saluto degli arditi, la città comincia a vivere come in un incantesimo. L’impresa fu da subito un evento senza controllo e senza direzione strategica: (l’annessione all’Italia più che un obiettivo fu un sentimento diffuso che aboliva distinzioni politiche e sociali, ma per chi voleva fare la rivoluzione, o “vivre sa vie” - per usare il motto anarchico della banda Bonnot -, fu un semplice pretesto.…

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Il «Bollettino Ufficiale» del Comando di Fiume d’Italia

Il «Bollettino Ufficiale» del Comando di Fiume d’Italia

Tra febbraio e settembre del 1920, il «Bollettino Ufficiale» del Comando è la fonte che ne registra gli atti ufficiali, le iniziative e i comunicati: "La pubblicazione di questo Bollettino Ufficiale è stata decisa dal Comando di Fiume d'Italia per la constatata necessità di fornire agli amici della causa fiumana dati di fatto ed elementi sicuri di giudizio circa gli avvenimenti che si svolgono nella città Olocausta e le intenzioni vere di chi sopporta la responsabilità della situazione..." (dal testo di presentazione del n. 1, 4 febbraio 1920). Gabriele D'Annunzio ne è il principale redattore: di fatto comincia qui la "narrazione" dell'impresa fiumana promessa in un discorso del 16 settembre 1919 ai legionari: "Miei soldati, miei compagni per la vita e per la morte, [...] io prendo sopra di me ogni accusa, ogni colpa. E me ne glorio. Io copro ciascuno di voi con la mia persona. Io mi faccio mallevadore della vostra immunità. [...] Nella mia prossima narrazione tutti i vostri nomi saranno…

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Nota al convegno: «Fiume 1919-2019. Un centenario europeo tra identità, memorie e prospettive di ricerca»

Nota al convegno: «Fiume 1919-2019. Un centenario europeo tra identità, memorie e prospettive di ricerca»

Che ne sarà di questo centenario? Da Trieste a Palermo si annunciano mostre e commemorazioni ma il cuore rimane la casa del poeta, il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, dove per la prima volta, insieme a studiosi di tutto il mondo, sono stati accolti i rappresentanti della città di Fiume, oggi Rijeka. Così, dal 5 al 7 settembre, si è svolto il convegno internazionale di studi fiumani. Un convegno importantissimo perché per la prima volta studiosi italiani e croati hanno avviato la costruzione di una storia condivisa. Le conseguenze di questo approccio sono state da una parte l’acquisizione di nuovi materiali e prospettive di studio e dall’altra l’emergere di un nuovo “fare storiografico”, che va oltre le ragioni e il decorso dell’impresa dannunziana per investire l’attualità e il senso stesso della storiografia. Questo centenario non può celebrare un trionfo - che tocca di diritto a qualche vincitore - ma solo la grazia e la poesia che affida alla nostra…

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Il lauro e l’album

Il lauro e l’album

Chi era Elena Ferrario? Sappiamo che fu legionaria dell'associazione delle "Sorelle dei legionari di Fiume e Dalmazia" e che sposata prese il cognome "Amich", niente altro. Di lei è rimasto questo piccolo album di ricordi, un frammento quanto prezioso della sua vita e della sua persona. Dai frammenti, dai relitti degli anni e dei secoli ricostruiamo una archeologia fuori da ogni scienza o spettacolo museale, una archeologia povera, umana, capace di restituirci la percezione che quell’evento, quella storia personale con tutti i suoi intenti e le speranze, felicità passione disperazione, furono inimitabili, e ancora ci parlano e premono per farsi ascoltare, comprendere e amare. Quanto fosse prezioso per Elena questo album è evidente già dalla elegante legatura in marocchino, e dalla dedicatoria iniziale che lo inaugura: l'autografo del tenente dell'aviazione Antonio Locatelli, tre medaglie d'oro al valore militare (l'unico nella storia italiana) e fedele compagno di Gabriele D'Annunzio nel volo su Vienna - "il mio leone di guardia" lo aveva definito…

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Dal Museo Archeoideologico: chi Fiume ferisce di Fiume perisce

Dal Museo Archeoideologico: chi Fiume ferisce di Fiume perisce

. "Chi Fiume ferisce di Fiume perisce" è il motto dannunziano che ricorda l'unica repubblica mai governata da un poeta: olocausta, città di vita, porto dell'amore. Oggi si chiama Rijeka ma che importa. Per più di un anno fu il faro di tutte le rivolte del mondo, dall'Irlanda, all'Egitto alla Russia dei Soviet. Lo slogan viene pubblicato per la prima volta sul volantino a firma di Gabriele D'Annunzio edito dal Comando di Fiume: Legionarii di Fiume, combattenti d'Italia, partigiani della Vittoria…, dell'11 giugno 1920 riprodotto qualche giorno dopo nel Bollettino del Comando di Fiume,  Anno I n. 23, 17 giugno 1920: difficile stabilire se lo striscione fu stampato in maggio o in giugno, ma certamente quello è il periodo. L'esemplare che ho viene dal Cairo dove Nelson Morpurgo aveva ereditato dal padre lo studio d'avvocato, costretto a rifugiarvisi coi suoi ricordi nel 1939 dopo l'emanazione delle leggi razziali, lui legionario fiumano ebreo futurista e fascista di sinistra. Dopo la guerra ritornò in Italia definitivamente. Fra…

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Un vezzo dannunziano

Un vezzo dannunziano

Per celebrare il primo anniversario della "santa entrata", Guido Marussig disegna un francobollo con la testa di Gabriele D'Annunzio recante la scritta «Hic manebimus optime», e il 12 settembre 1920 ne vengono emessi per le Poste di Fiume 14 diversi valori. Tra le immagini che ritraggono D'Annunzio questa credo sia la più piccola e, nonostante l'enorme diffusione, la meno appariscente. Non è un cimelio difficile da trovare, ne circolano tantissimi esemplari, di tutti i valori, e costano poco. Certo non è così facile trovarli non viaggiati: nella gran parte dei casi sono rovinati dai timbri delle poste, oppure da quelli del "Governo provvisorio". Ci si fa poco caso, come tutto quello di cui usiamo ogni giorno così distrattamente senza pensarci, in fondo non era che un francobollo. Ma questo francobollo non fu usato solamente per affrancare lettere e cartoline.  Dopo il Natale di sangue, tra il 4 e il 13 gennaio 1921, i legionari lasciano Fiume e Giovanni Comisso così…

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Dal museo archeoideologico: cimeli del fiumanesimo

Dal museo archeoideologico: cimeli del fiumanesimo

All'occhiello della giacca porto solitamente questo distintivo e pochissimi sanno di che si tratti. C'è un serpente che si morde la coda, sette stelle in campo rosso e una sigla. Il serpente è l'uroboro, simbolo dell'infinito - o dell'eterno ritorno - le stelle sono le città del Carnaro che D'Annunzio voleva unite: la bandiera della Reggenza. "F.N.L.F." è la sigla della Federazione Nazionale dei Legionari Fiumani, l'associazione ideata e proposta da Gabriele d'Annunzio nel corso dell'ultimo rapporto tenuto a Fiume il 6 gennaio del 1921. Il programma del gruppo è in un discorso di Eugenio Coselschi tenuto a Milano il 22 giugno 1922, che rivendica la Carta del Carnaro di D'Annunzio e si proclama antifascista e libertario: "Il Fiumanesimo è simbolo di rinnovamento e di resurrezione. La Costituzione del Carnaro, alla quale ci siamo giurati, vuole instaurare il Governo del Lavoro, il dominio dei produttori, di tutti i produttori, contro qualsiasi dittatura di parte...".  . Eugenio Coselschi, Programma "immortale", 1922…

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Dal museo archeoideologico: una lettera di Guido Keller

Dal museo archeoideologico: una lettera di Guido Keller

. Questo messaggio e la lettera che lo accompagna sono il frammento di una storia creduta possibile nonostante tutto: l'edificazione della Città di Vita, la città dei poeti e degli artisti che avrebbe accolto in sé il seme di tutte le rivolte: Fiume d'Italia. La data è il 13 gennaio 1922, un anno dopo il Natale di sangue: . Gabriele D'Annunzio in divisa di Ardito Fiume, 1920 Fotografia di Antonio Anselmo Comandante, per il tramite di Margherita Rossi Passavanti d'Incisa chiedo: 1°: Che contegno debbo tenere di fronte a S.E. Arraga de Vidal. II. Ti si può vedere e parlare III. Definire Guido Keller Fiesole I - 13 - 22   Il Comandante è Gabriele D'Annunzio, ritiratosi nel Vittoriale di Gardone Riviera, corteggiato da Mussolini e assediato dai tanti legionari, arditi, ribelli di ogni colore che lo avevano seguito a Fiume e ora gli chiedevano di fare la rivoluzione. Gli scrive Guido Keller, aviatore nudista diletto fra i 12 amici…

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Futurismo arte-vita in Fiume dannunziana

Futurismo arte-vita in Fiume dannunziana

Ho messo insieme questo materiale in occasione di un incontro con gli studenti della scuola media di Cellatica (Brescia). Un dialogo difficile un po' perché non sapevano nulla di questa storia e un po' perché i ragazzi vanno abituandosi a lasciare agli adulti tutte le ragioni: quello che i ragazzi amano, quello in cui sperano, le preferenze nel vestire, la musica, internet facebook, tutto è talmente lontano e inconciliabile. Di Fiume li colpiva molto di più l'opposizione all'ingiustizia che non la fantasia al potere. Mi sono sembrati indifesi nella trappola spaventosa che riduce il mondo a dicotomie - giusto/ingiusto, buono/ cattivo, pace/guerra ecc. Nei loro occhi, le rare volte in cui ho incontrato uno sguardo, ho visto una grande timidezza e una grande rassegnazione. La poesia non esiste. Non credono che una vita possa essere diversa dalle tante che già conoscono attraverso l'esperienza personale, i film e le canzoni, dove adesione e protesta sono facce opposte della stessa subcultura. Non…

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La città inquieta e diversa

La città inquieta e diversa

"Siamo nella città inquieta e diversa..." dice D'Annunzio alla gente di Fiume nell'agosto 1920, dopo la lettura pubblica degli Statuti redatti con l'anarcosindacalista Alceste De Ambris. Inquieta e diversa lo era stata la città di Fiume, fra il 12 settembre 1919 e il «Natale di sangue» del 1920. La governava un poeta, per la prima volta al mondo, e il suo esercito era costituito da insubordinati di ogni grado e arma dell’Esercito Italiano. La gente che ci abitava, per più di un anno visse di pochi viveri, di feste e di spettacoli, di parole bellissime declamate e stampate quasi ogni giorno da Gabriele D’Annunzio, per tutti più brevemente «il Comandante». Olocausta, Città di Vita, Porto dell’Amore. Aveva una costituzione che sovvertiva il concetto di proprietà, un regolamento dell’esercito dove la cosa più importante era di superare in bellezza la Legione Tebana, era punto di confluenza di tutti gli indipendentisti e anticapitalisti del mondo, dall’Irlanda all’Egitto alla Russia bolscevica. Era un…

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